“Nordio si deve dimettere”, opposizioni alla carica dopo le rivelazioni sul caso Almasri

Insorgono le opposizioni
Pd, Avs, +Eu, M5s, Iv chiedono le dimissioni di Nordio e dello staff. Serracchiani: “Liberare Almasri scelta politica, Meloni deve assumersene la responsabilità”

Durissime le polemiche da parte delle opposizioni dopo le rivelazioni del Corriere della Sera e Repubblica riprese dall’Unità del 31 maggio, in merito al caso Almasri, il generale libico ricercato dalla Corte dell’Aja, arrestato il 19 gennaio a Torino ma fatto tornare su un nostro aereo di Stato nel suo Paese non avendo il ministro della giustizia Carlo Nordio firmato un mandato di arresto, nonostante il suo gabinetto fosse stato immediatamente informato. Per questo Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e +Europa hanno chiesto le dimissioni del Guardasigilli e del suo staff, a partire da Giusi Bartolozzi. Ed insieme con il M5S una informativa urgente al Parlamento.
Debora Serracchiani, responsabile Giustizia dei dem, ha osservato: “Un ministro che, assumendo l’incarico, ha giurato sulla Costituzione e che avrebbe mentito in una informativa al Parlamento non può rimanere nel proprio ruolo un secondo di più. E neppure il suo staff, su cui emergono evidenti responsabilità. E ciò a prescindere da qualsiasi ipotesi di reato”, ha aggiunto. “Va detto, inoltre, che la decisione di liberare il criminale violentatore di bambini e di riaccompagnarlo in Libia addirittura con un volo di Stato, è stata una scelta politica precisa di cui si deve assumere la responsabilità la presidente del Consiglio”, ha concluso la deputata. A chiedere un passo indietro del responsabile di Via Arenula pure il capogruppo al Senato di Avs Peppe De Cristofaro: “Siamo dinanzi a un fatto davvero clamoroso: ci sono nella storia della nostra Repubblica ministri che si sono dimessi per ragioni infinitamente meno gravi. Nordio dovrebbe dimettersi, non dovrebbe aspettare nemmeno un minuto”. “È certificato che Nordio è venuto in Aula e ha mentito” ha detto Roberto Giachetti (Iv) alla Camera chiedendo un’informativa del ministro Carlo Nordio. “Se è stato indotto a mentire perché il suo capo di gabinetto non l’ha informato almeno venga a farci vedere la lettera di dimissioni del suo capo di gabinetto” oppure “si presenti qui dimissionario lui e anche con le dimissioni del capo di gabinetto. Questa è una vergogna ed una indecenza politica” ha concluso il parlamentare.
Matteo Renzi ha puntato il dito anche contro la premier: “Sulla vicenda Almasri ormai è tutto chiaro: Giorgia Meloni ha mentito nel video da Palazzo Chigi, Carlo Nordio ha mentito al Parlamento. Non mi interessa la vicenda giudiziaria o l’avviso di garanzia: mi preoccupa un Governo che mente all’opinione pubblica e alle Camere. Un Governo che si fa ricattare dai torturatori libici. Un Governo che si fa umiliare sulla scena internazionale come ieri a Bengasi”. “Da mesi – ha proseguito il leader di Iv – dico a voce alta e con pochi coraggiosi che su Almasri c’era molto di più. E oggi confermo che non finisce qui: Almasri, Paragon, il rifiuto di rispondere in Aula sono tutti segnali di un Governo debole e bugiardo. Piano piano la verità arriva. Servono coraggio, pazienza e tenacia. Chi mi conosce sa che su questi temi io non mollo, fossi anche l’ultimo a combattere per la verità”. Secondo il segretario di +Europa, Riccardo Magi, “Nordio sapeva e ha mentito al Parlamento. Ora si dimetta. L’indagine del tribunale dei ministri sulla mancata consegna del generale libico Almasri alla Corte penale internazionale da parte del governo italiano dimostra come l’Italia abbia avuto tutto il tempo di riparare all’errore procedurale segnalato dalla Corte di appello di Roma sulla mancata trasmissione del ministero della Giustizia. E soprattutto che il Ministro Nordio sapeva fin da subito e di essersi mosso per precise scelte politiche”.
“Siamo di fronte a Nordio, un ministro della Repubblica che ha mentito di fronte alle aule del Parlamento” ha dichiarato il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli per cui “c’è evidenza che ha detto al Parlamento di aver saputo dell’arresto di Almasri solo il 20 gennaio, mentre emerge che lo sapeva anche nei giorni prima. In conferenza dei capigruppo abbiamo chiesto che venga a riferire in Senato. Domani (oggi, ndr) ci sarà il question time, ma abbiamo chiesto che si trattenga per un’informativa. E se non domani (oggi, ndr) in un’altra giornata” ha concluso l’esponente di Palazzo Madama. Nel tardo pomeriggio di ieri però il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani ha fatto sapere che non sarà possibile svolgere oggi l’informativa: “Il governo sta valutando. Occorre tempo per prepararla”.
l'Unità